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La riabilitazione dell’anca è il processo fisioterapico che permette di recuperare la completa autonomia e mobilità articolare, in seguito all’intervento chirurgico di protesi d’anca: quest’ultimo prevede la sostituzione dell’articolazione dell’anca con una protesi in grado di riprodurla anatomicamente e soprattutto funzionalmente.

L’intervento di protesi all’anca è quello con il tasso di successo più alto in ortopedia ma richiede una riabilitazione accurata per valorizzare la bontà del risultato ottenuto chirurgicamente.

Quali sono gli obiettivi della riabilitazione? Quando bisogna iniziare e quanto dura? Quali sono i principali esercizi per ridurre i tempi di recupero?

Scopriamolo insieme.

Protesi dell’anca e riabilitazione: tempi di recupero

La riabilitazione dopo l’intervento di artroprotesi d’anca inizia nelle 24-48 ore successive all’intervento: in questa fase delicata vengono eseguiti cauti movimenti di flessione ed estensione di ginocchio e caviglia (non in completa autonomia).

Soltanto dopo un paio di settimane inizia il vero e proprio percorso riabilitativo con la guida del fisioterapista.

Ma quanto dura questo percorso riabilitativo?

I tempi di recupero possono variare da paziente a paziente in base a diversi fattori quali l’età, il peso e la forza di volontà del soggetto nel partecipare costantemente alle sedute fisioterapiche avendo cura di evitare i movimenti sbagliati.

Possiamo dire che ha una durata variabile dalle 8 alle 12 settimane: le sedute possono avere una cadenza di  2-3 volte a settimana, in base alle esigenze del singolo paziente.

I principali obiettivi della riabilitazione post-operatoria sono:

  • Ridurre il dolore
  • Potenziare la muscolatura di anca e ginocchio
  • Migliorare la propriocezione dell’arto
  • Evitare complicazioni come lussazioni, piaghe da decubito, trombi o edemi
  • Riprendere le normali attività quotidiane

Protesi dell’anca e riabilitazione: esercizi

Gli esercizi fisioterapici per questa tipologia di intervento mirano a recuperare l’escursione articolare dell’anca operata (per riottenere la libertà di movimento) oltre che a potenziare la muscolatura di anca, coscia e ginocchio e a recuperare la propriocezione dell’arto.

Eccovi le tre fasi principali impostate dal fisioterapista:

  • Fase acuta (primi 3 giorni): in questa fase il fisioterapista insegna al paziente come eseguire in modo corretto i movimenti base come scendere o risalire al letto e si inizia la deambulazione per piccoli tratti con l’ausilio del deambulatore. Contemporaneamente iniziano anche gli esercizi di mobilizzazione passiva e attiva-assistita.
  • Fase subacuta (dal 4 al 21 giorno): se non si verificano complicanze prosegue la deambulazione e si inizia con gli esercizi di rinforzo della muscolatura. A ciò è consigliato associare la massoterapia e, ove possibile, la tecarterapia a livello della coscia. Con il trascorrere dei giorni si cerca di aumentare progressivamente l’entità del carico puntando a sostituire il deambulatore con i bastoni canadesi.  Intorno alla terza settimana vengono inseriti anche gli esercizi propriocettivi per il miglioramento dell’equilibrio.
  • Fase finale (dalla 3 settimana): il paziente a questo punto cammina con le stampelle e si iniziano eserciti isotonici e cyclette. A questo punto gli esercizi di rinforzo muscolare prevedono pesetti a cavigliera con aumento progressivo. Si introducono anche gli esercizi di ginnastica respiratoria.

Riabilitazione dell’anca: consigli utili

Per la corretta riabilitazione dell’anca è fondamentale che il paziente segua alcuni piccoli accorgimenti: in questo modo non solo si massimizzano i risultati ma si accelera anche il recupero fisico.

Eccovi alcuni consigli utili:

  • Per le prime settimane è opportuno evitare movimenti eccessivi come una flessione dell’anca maggiore di 90°
  • Evitare di guidare per il primo mese dall’intervento
  • Non utilizzare sedie o poltrone eccessivamente base
  • Non accavallare le gambe
  • Non stare in posizione eretta per troppo tempo
  • Evitare di camminare su terreni sconnessi
  • Non indossare le scarpe e le calze autonomamente senza l’ausilio del calzascarpe
  • A letto non bisogna stendersi sul fianco operato ma cercare di posizionarsi sul lato non operato con un cuscino posto tra le due gambe (per ridurre il rischio di lussazione)
  • Eliminare qualsiasi ostacolo nella propria abitazione come tappeti oppure oggetti pericolosi

Per una consultazione gratuita, rivolgiti a MHFisio:

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