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Le onde d’urto rappresentano una terapia fisioterapica innovativa, non invasiva ed estremamente efficace per il trattamento di molteplici patologie dell’apparato muscolo-scheletrico.

Ma quali sono i benefici in caso di spina calcaneare? Le onde d’urto sono dolorose? Scopriamolo insieme.

Spina calcaneare: sintomi e cause

La spina calcaneare si forma a causa di ripetuti traumi a carico della fascia plantare. I tendini che formano la struttura iniziale della fascia, a causa di ripetute sollecitazioni e trazioni tendono a sovraccaricare il tessuto. Il nostro corpo, essendo una macchina perfetta, per evitare che il tendine si possa lesionare o persino “rompere” comincia a depositare sali di calcio per ‘rinsaldare’ la posizione naturale e per ripristinare l’equilibrio originale.

Il nome spina è piuttosto fuorviante, visto che non si tratta di una spina bensì di una vera protuberanza ossea anomala a livello del calcagno.

Tra i fattori di rischio più evidenti abbiamo senza dubbio l’obesità, l’invecchiamento, la sedentarietà, periodi prolungati in stazione eretta e la pratica di sport come running e corsa su superfici dure.  

A livello sintomatologico questi sali di calcio sono come cristalli con bordi irregolari, possono infastidire o trovarsi vicino alle terminazioni nervose nocicettive, provocando dolore intenso al tallone o una sensazione di ago a livello del calcagno e/o nella zona plantare, che impedisce di compiere i movimenti più semplici come il camminare.
Il dolore si avverte all’inizio del movimento, per esempio la mattina appena alzati dal letto oppure dopo tanto tempo seduti ad inizio dell’attività.

Precisazione: la dimensione della spina non influisce sulla sintomatologia dolorosa, spesso spine molto piccole sono più fastidiose di spine calcaneari di importanti dimensioni.

Perchè?

Il motivo dipende tutto da come questi sali di calcio vanno a incidere sulle terminazioni nervose del nervo nocicettivo.

Spina calcaneare: i benefici delle onde d’urto

Il beneficio delle onde d’urto è legato a un processo denominato meccano-trasduzione, ovvero la trasformazione di uno stimolo meccanico in una serie di reazioni biologiche. In altre parole, molte cellule del nostro corpo sono sensibili alle stimolazioni meccaniche e, sollecitate, attivano fattori di crescita e altri mediatori biochimici, che regolano i processi di tipo infiammatorio e stimolano la rigenerazione e la riparazione di molti tessuti, anche attraverso la formazione di nuovi piccoli vasi sanguigni (neoangiogenesi). Ed è proprio quello che si verifica quando applichiamo le onde d’urto.

Molto spesso si crede che le onde d’urto siano utili per rompere l’escrescenza ossea o per ridurla, ma tale affermazione è totalmente sbagliata: il trattamento non rompe la spina in quanto quest’ultima è un osso vero e proprio, ma va senza dubbio a migliorare la sua presenza nel fisiologico movimento del piede.

Le onde d’urto dunque non provocano alcuna lesione dei tessuti ma vanno a ridurre l’infiammazione responsabile del dolore.

Le onde d’urto sono un valido supporto alla fisioterapia manuale: associate a manipolazioni che prevedono l’allungamento della fascia plantare e dei muscoli del polpaccio e agli esercizi di mobilizzazione del complesso piede/caviglia e di rinforzo della muscolatura del piede, possono accelerare i tempi di guarigione.

Tutti possono sottoporsi alla terapia con onde d’urto: le uniche controindicazioni sono per i pazienti con patologia tumorale nella sede da trattare, per quelli che assumono anticoagulanti orarli e per le donne in gravidanza.

Sono dolorose le onde d’urto alla spina calcaneare?

Una delle domande più frequenti poste dai pazienti è: le onde d’urto sono dolorose?

E’ possibile provare un leggero dolore nella parte interessata durante la terapia in quanto il trattamento di una regione infiammata coinvolge le fibre nervose sensitive causando una sollecitazione dolorosa.

Si tratta tuttavia di un fastidio sopportabile che non richiede alcun trattamento anestetico: dopo pochi secondi dall’inizio della seduta inoltre si ha un abbattimento della soglia del dolore dovuto all’effetto antalgico-sedativo proprio del trattamento stesso

Ogni caso è differente dall’altro, ma il numero medio delle sedute varia dalle 3 alle 8 sedute e devono ripetersi l’una dall’altra in un tempo che varia dai 3 ai 6 giorni.

Il tempo di una seduta media si aggira intorno ai 15 minuti, tempistica che può aumentare per favorire l’abbattimento della soglia del dolore del paziente.